Un cartello è tutto quello che resta. Inchiostro su carta. Nero su bianco. Nessuno che lo regga, nessuno che gli attribuisca un senso. Ogni cartello racconta una storia e necessità diverse, lo si può definire come un passaporto, un identificatore universale, nel quale poche parole sono comprensibili in tutte le lingue.

Cosa succede quando incontrano il mondo digitale? Quelle parole si perdono in un mare di informazioni, trasformate in un mucchietto di pixel. Perdono il loro senso. Non sono più niente di concreto, di tangibile, di reale.

 

Le immagini che abbiamo utilizzato vengono dai siti:

https://milano.repubblica.it/cronaca/2014/05/24/news/il_pirellone_censura_le_foto-shock_sulla_fame_la_mostra_pu_impressionare_i_bambini-87057242/

https://www.metaprintart.info/cultura-grafica/22338-la-comunicazione-dellelemosina/

https://www.repubblica.it/esteri/2010/09/03/foto/i_cartelli_pazzi_dei_senzatetto_creativi-6731897/1/ 

Tatiana Pepe - Lucrezia Pressiani