I "Begpackers" sono una piaga che da anni affligge particolarmente il continente asiatico al punto di portare i governi di alcuni paesi ad adottare serie contromisure nei confronti di questa forma di turismo molesto.

Questo fenomeno è messo in atto per lo più da turisti provenienti da paesi occidentali che, nonostante abbiano modo di sostenersi economicamente in queste loro avventure, decidono di chiedere l'elemosina per le strade di nazioni dove le condizioni degli abitanti più poveri li costringono a lavorare e vivere in modo penoso; le loro richieste sono truffe, un modo per rivivere l'autenticità del viaggio come descritta da Kerouac e dalla Beat Generation senza però sacrificare se stessi in nome di esso (ad esempio lavorando per permettersi il loro pellegrinaggio come fanno invece i personaggi nel libro dell'autore americano), ignorando le ripercussioni legali e, più crudelmente, le condizioni di vita di coloro che per generosità donano alla loro causa.

Il nostro obiettivo è quello di sottolineare i lati negativi del bagpacking, una delle molte forme in cui la cultura Hobo si è sviluppata ai giorni nostri, anch'essa ormai vittima delle mentalità colonialiste e consumiste occidentali moderne; corrottasi dei propri valori originali, la cultura del viaggio è diventata pari alle Wunderkammer settecentesche: diari, fotografie e souvenir sono ormai trofei da esporre e non più memorabilia, che segna l'abbandono della propria zona di comfort a favore di un'apertura verso l'ignoto.

Il lavoro consisterebbe nella realizzazione di un numero di sticker raffiguranti il tipico cartello utilizzato dai Begpackers (un semplice cartone che gli permetta di mendicare in inglese o nella lingua della zona in cui si trovano), applicati in diverse zone del centro di Bergamo, che svolgano la funzione di marker. Inquadrando poi queste immagini, tramite l'uso dell'applicazione di Art vive, sarebbe possibile osservare l'equipaggiamento caratteristico di questi individui realizzato come modello 3d ed esplorabile dall'osservatore nella sua totalità, come solitamente accade nell'ambito della scultura.

Francesca Mapelli - Sofia Testa